Esperto in crisi d'impresa, presentata l'associazione AIECC

Il 1° aprile 2022, presso l’auditorium del palazzo delle esposizioni di Roma, si è tenuto il primo convegno della Associazione italiana degli esperti nella composizione negoziata della crisi (A.I.E.C.C.) dal titolo: “La composizione negoziata della crisi: prime esperienze applicative e ruolo degli stakeholder “istituzionali””, incontro promosso unitamente all’Università Mercatorum. 
La peculiarità della figura dell’esperto (che non ha omologhi nel nostro ordinamento) impone di costruire, anche sul piano formativo, una specifica professionalità.  In tale ambito, l’Università Mercatorum è stata la prima in Italia a erogare il corso di formazione per gli esperti organizzato a tempo di record prima ancora dell’entrata in vigore della norma e utilizzando il vantaggio competitivo del metodo telematico on demand. Da quell’esperienza è poi nata proprio la A.I.E.C.C. con l’intento di sviluppare la professionalità, la terzietà e soprattutto l’etica del ruolo. Un organismo che parte dalla formazione per sensibilizzare professionisti e imprenditori sulla nuova frontiera di una gestione negoziata (e anticipata) della crisi e di individuare best practices per gli esperti.

Francesco Fimmanò, socio fondatore Aiecc e direttore scientifico Universitas Mercatorum, ha elogiato la nuova funzione dell'Esperto: "Una figura che deve maturare la libertà della propria azione e l'indipendenza nelle scelte. In passato abbiamo assistito all'introduzione del concordato, decisamente fallimentare. Invece, la figura dell'Esperto è l'idea giusta, perché impone la terzietà e può diventare una professione a sé stante. Il senso dell'associazione – ha concluso Fimmanò – sarà quello di trasferire sensibilità ed esperienze".

Secondo il Presidente dell’A.I.E.C.C. e presidente dell'Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, Dott. Matteo De Lise, "Nei prossimi 18-24 mesi, tra gli effetti della pandemia e la guerra che ha peggiorato le prospettive di ripresa, ci troveremo di fronte ad una crisi strutturale del sistema dovuta soprattutto a scarsa liquidità e ripresa dei consumi, che toccherà da vicino le imprese. È necessario farsi trovare pronti per aiutare l'economia e in quest'ottica c'è una nuova opportunità per portare la crisi fuori dalle aule dei tribunali, presentata dalla norma che dà vita all'esperto in crisi d'impresa".

"Lo scopo dell'Associazione è formare gli esperti di crisi d'impresa – ha aggiunto De Lise – e dimostrare che la nuova figura può essere determinante per portare fuori dai tribunali la definizione delle crisi delle aziende".

Secondo Giovanni Battista Calì, presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Roma, nella capitale "i numeri sulla formazione sono importanti. Ma bisogna fare attenzione ai requisiti, in particolare sulle esperienze qualificanti, che vanno certificate. C'è da sottolineare, poi, – ha proseguito Calì – che l'88% degli esperti in Composizione della crisi d'impresa sono commercialisti, perché per questa figura servono competenze specifiche".
Alessandro Pettinato, vice segretario generale di Unioncamere, ha spiegato che "andrebbe creato un meccanismo più selettivo per poter qualificare gli esperti, serve un elenco intelligente. Inoltre, tra ristori e blocco dei licenziamenti, dopo la pandemia temo che si possa generare un'onda lunga di crisi sommerse, acuita dalla problematica del reperimento delle materie prime a causa della guerra. Bisogna essere pronti ad affrontare questa eventualità". Il Vice Segretario ha divulgato i primi dati ufficiali della procedura della composizione negoziata della crisi, della quale il sistema camerale è fulcro.

Dall’entrata in vigore della procedura, sono state presentate 148 istanze di composizione negoziata. Peraltro, le iniziali diffidenze legate ai possibili abusi della procedura con finalità dilatoria, appaiono essere smentite. Infatti, solo nel 60% delle istanze presentate è stata richiesta l’applicazione di misure protettive del patrimonio ex art. 6 d.l. 118/2021 (dunque, di sospensione delle procedure esecutive ovvero di dichiarazione di fallimento in corso), mentre la misura di cui all’art. 8 (sospensione di obblighi e di cause di scioglimento di cui agli articoli 2446,2447,2482-bis, 2482-ter, 2484 e 2545-duodecies del codice civile) è stata richiesta solo nel 49% dei casi. Sintomo, seppur da accogliere con le dovute cautele per la scarsità del numero delle istanze, che la procedura è stata accolta come una opportunità per risanare effettivamente la crisi e non come uno strumento per allontanare il momento dell’accertamento dell’insolvenza.
Per Silvia Giacomelli, capo della Divisione Economia e Diritto Servizio Struttura economica della Banca d'Italia, "le imprese in crisi si trovano davanti numerose problematiche. La difficoltà di diagnosi, il timone dei manager di perdere la guida dell'azienda, le trattative non semplici con i creditori. Gli imprenditori, però, – ha evidenziato Giacomelli – oggi possono farsi affiancare dagli esperti e sfruttare gli ultimi strumenti, che sono flessibili e permettono di orientarsi tra le tante difficoltà".


All'evento, moderato dal commercialista Giulio Pennisi, hanno partecipato anche Laura Martiniello, professore ordinario di Economia Aziendale presso Universitas Mercatorum; Paolo Florio, dottore commercialista e avvocato; Francesco Melidoni, partner di Mod - Management on Demand; Sergio Di Nola, partner Cdra e associati; Fabrizio Di Marzio, professore ordinario di diritto privato presso l'Università di Chieti-Pescara; Paolo Ragni, responsabile Special Situations - Bnl gruppo Bnp Paribas; Daniele Patruno, Investment director e responsabile degli investimenti nelle operazioni di acquisto di crediti Npls in Europa Investimenti S.p.A. – Arrow Capital; Tommaso Nigro, commercialista ed esperto incaricato e Giovanni Capo, avvocato e ordinario di diritto commerciale presso l'Università degli studi di Salerno. 

L’evento, cui ne faranno seguito altri, ha avuto come obiettivo proprio quello di contribuire al confronto e alla crescita degli esperti. Ai lavori hanno preso parte, non soltanto professionisti ed esponenti dell’ambiente accademico, ma, al fine di offrire prospettive diverse rispetto alle rituali, anche manager e figure di rilievo delle istituzioni bancarie, dei fondi di investimenti e della Banca d’Italia. Del resto, tali players possono giocare un ruolo centrale nel risanamento stragiudiziale, offrendo all’imprenditore in crisi, non solo sostegno finanziario ma anche consulenza finalizzata al superamento della crisi.